© 2018

Alberto Argelli Consulenze Finanziarie

Sei pronto a vivere 100 anni?

2025-12-11 11:52

Array() no author 87689

Sei pronto a vivere 100 anni?

Il conto che nessuno vuole pagare    L’Italia si trova a fare i conti con una delle sfide più complesse e strutturali: la trasformazione del proprio t

L’Italia si trova a fare i conti con una delle sfide più complesse e strutturali: la trasformazione del proprio tessuto demografico. Gli ultimi dati ISTAT descrivono un paese che registra sempre meno nascite e vive un invecchiamento progressivo, una condizione che pone interrogativi cruciali sul piano economico, fiscale e previdenziale.

Sul piano della composizione familiare la tendenza si fa sempre più marcata: oltre un terzo delle famiglie italiane è composta da una sola persona.

L’Italia si fa sempre più anziana, a gennaio 2025 l’età media della popolazione italiana ha raggiunto i 47 anni con un incremento rispetto all’anno precedente, cresce anche la componente anziana: i sessantacinquenni e oltre rappresentano il 25% della popolazione.

Tra gli anziani è in aumento la fascia dei cosiddetti “grandi vecchi”, gli ultra-ottantacinquenni hanno superato i 2,42 milioni

Accanto all’allungamento della vita si sta ampliando anche un divario meno discusso ma altrettanto rilevante: quello tra durata dell’esistenza e durata della vita in salute. La vera sfida della longevità non è semplicemente spegnere le cento candeline, ma arrivarci in condizioni fisiche e cognitive soddisfacenti.

Sebbene l’aspettativa di vita sia in costante crescita, aumenta anche il numero di anni vissuti in condizioni di fragilità, disabilità o non autosufficienza.

In altre parole, viviamo di più ma non necessariamente meglio.

Le paure finanziarie degli italiani: pensione, sanità e figli

La pensione non è più vissuta come una sicurezza ma come un’incognita: la distanza tra contributi versati e rendimento atteso mina la fiducia nel sistema. Questo si riflette anche nella scarsa propensione a investire in forme integrative: pochi si affidano a fondi pensione o a strumenti di protezione a lungo termine, e quando lo fanno spesso è troppo tardi o vi investono importi trascurabili.

Sanità: un diritto percepito come incerto

Il secondo grande timore riguarda le spese mediche: il 47% degli italiani teme che un imprevisto sanitario possa destabilizzare l’equilibrio economico familiare.

La percentuale sale ancora tra gli over 65 dove oltre il 54% teme di non riuscire a far fronte a eventuali future cure e terapie.

Cresce il ricorso a coperture private, ma spesso senza una vera pianificazione

Figli: la generazione fragile

La terza angoscia riguarda il futuro dei più giovani. In un mercato del lavoro segnato da precarietà, bassi salari e difficoltà a costruire ire un’autonomia economica, il timore dei genitori è fondato: molti si trovano a sostenere i figli adulti. Questa situazione alimenta una spirale pericolosa: i genitori non riescono a mettere da parte per sé (pensione e salute) perché devono aiutare i figli.

Previdenza integrativa: gli italiani la vogliono, ma pochi agiscono

In un’Italia che invecchia rapidamente e dove il sistema pensionistico pubblico si avvia verso equilibri sempre più instabili, la previdenza integrativa appare oggi non solo come una possibilità ma come una vera e propria necessità. Eppure, tra consapevolezza teorica e comportamenti concreti esiste ancora un solco profondo.

La disponibilità economica non manca del tutto ma spesso non si accompagna ad un’adeguata informazione e pianificazione.

Il sistema pensionistico italiano sotto pressione

L’Italia è uno dei paesi europei con la più alta spesa pensionistica rispetto al PIL ma al tempo stesso con uno dei tassi di partecipazione più bassi alla previdenza complementare.

In prospettiva la situazione è ancora più critica, si stima che chi andrà in pensione nel 2045 riceverà un trattamento pari al 46% dell’ultima retribuzione, questo significa che la pensione pubblica sarà ben lontana dal garantire un tenore di vita simile a quello dell’età lavorativa.

Previdenza, protezione, pianificazione: le tre leve della consulenza moderna

Il tempo è il vero capitale

La volontà di costruirsi una pensione dignitosa esiste, ma si scontra con una diffusa incertezza operativa e una cultura finanziaria previdenziale ancora immatura. Eppure proprio in una fase storica in cui il sistema pubblico mostra la corda la previdenza integrativa diventa una scelta non rimandabile.

Perché se è vero che “non di può tornare indietro a investire il tempo perso” è altrettanto vero che iniziare oggi è l’unico modo per non trovarsi domani senza alternative.

La copertura delle spese sanitarie

Il tema della longevità impone quindi da una parte costruire portafogli che permettano ai risparmiatori di avere un reddito adeguato per molti più anni che in passato e dall’altra una copertura delle spese sanitarie. Ma l’aspetto più preoccupante non è solo la longevità in sé, bensì la non autosufficienza,

Questa situazione richiede un’assistenza continua, strutture specializzate, personale formato. Ma in larga parte l’offerta pubblica è insufficiente, di conseguenza le famiglie si vedono costrette a rivolgersi al privato sostenendo costi spesso insostenibili e in assenza di un vero sistema nazionale per la non autosufficienza.

argelli.webp

 

Questo squilibrio sta già mettendo sotto pressione il SSN che fatica a garantire tempi, qualità e universalità delle cure, le cause sono ben note: liste d’attesa sempre più lunghe e servizi sovraccarichi e questo porta molti cittadini a rivolgersi alla sanità privata con effetti evidenti sul bilancio domestico, ed inoltre non tutti posso permetterselo. Cresce il numero di chi rinuncia del tutto a curarsi, nel 2024 secondo ISTAT quasi 6 milioni di persone hanno dichiarato di aver rinunciato a visite o esami specialistici, principalmente per motivi economici o per l’impossibilità di attendere mesi per un appuntamento.

La fotografia scattata dalla ricerca racconta di un Paese che ha paura del futuro, ma non ha ancora imparato a pianificare. L’allungamento dell’aspettativa di vita è un successo della medicina moderna e del progresso sociale. Ma dietro questo traguardo si nasconde una verità più complessa: vivere più a lungo non significa automaticamente vivere meglio. L’invecchiamento non è più un tema da geriatri o sociologi, è un dossier urgente per chi pianifica patrimoni, gestisce risparmi perché vivere più a lungo è un’opportunità ma solo se si riesce a farlo in buona salute, con strumenti adeguati e con un sistema che non lascia indietro nessuno.

© 2018