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Finanza comportamentale

emozioni e decisioni

La finanza classica ha teorizzato a lungo una figura di agente economico perfettamente razionale, un soggetto astratto, che valutasse oggettivamente i dati a disposizione per prendere una decisione pensata, mentre l'essere umano anche nelle scelte finanziarie, come nel resto delle sue azioni, è fortemente influenzato (e influenzabile) da emozioni e fattori psicologici, intuito e istinto, facendosi guidare da quello che lo psicologo Kahnernan (Premio Nobel per l'Economia 2002) chiamava il Sistema 1, il pensiero veloce e istintivo, che dal Sistema 2, il pensiero lento e razionale.

il ciclo delle emozioni

I mercati finanziari sono spesso preda delle emozioni che si manifestano in una cattiva gestione dei tempi di entrata e di uscita. Il ciclo finanziario di un determinato asset, infatti, si determina nella psicologia dei risparmiatori e si manifesta nel prezzo che, nel momento in cui vi accede la massa degli investitori non professionisti, segue l'andamento alienante di un sentimento fortemente emotivo,. Le bolle ricostruiscono con i loro alti e bassi l'alternanza di una fase di iperattivismo, di entusiasmo cieco e ottimismo, quasi delirio di onnipotenza, e una fase di segno opposto, di panico e fuoriuscita di massa del mercato. Movimenti collettivi da cui si guardano gli esperti e i trader professionisti che sanno quando entrare e quando uscire.

I conti mentali

Abbiamo la tendenza a dare ai soldi valenze diverse, in base a come sono stati guadagnati e a come verranno spesi, e ad allocarli a diversi "cassetti/budget mentali" corrispondenti a esigenze personali o familiari, con il risultato che certi soldi si possono toccare e altri no. Pur pensando sempre in termini di utilità, quindi di guadagni e perdite, non tutti i guadagni e tutte le perdite, a parità di valore, sono uguali.