Pensioni: perchè pensarci subito

L’avvento della Silver Society.

Sempre più anziani, sempre più anziani.  

Cosa comporta l’avvento della Silver Society e quali sono gli impatti sulla previdenza:

  •   la generazione d’argento invecchia più sulla carta che nello spirito.
  •   la Silver Society condiziona la vita familiare
  •   le persone sopra i 55 anni sono il gruppo d’età che cresce più rapidamente nel mercato del lavoro: tra il 2010 ed il 2016 è aumentato del 35%
  •   le persone vivono più a lungo e si mantengono in forma ma ci sono e ci saranno sempre più casi di non autosufficienza fisica
  •   considerata la maggiore speranza di vita dopo il pensionamento, servono soluzioni di previdenza adeguate: cosa fanno oggi le persone tra i 24 e i 64 anni per il loro futuro?
  •  Nel quadro di una redditizia “Silver Economy” emergono nuovi mercati di crescita e di opportunità son buone prospettive di valore.

Come è cambiata in 40 anni (1976-2016) la speranza di vita?

Un nato nel 1976 aveva una probabilità del 90% di essere ancora in vita all’età di 50 anni se maschio e di 59 anni se femmina.

Un nato nel 2016 può confidare di sopravvivere con un 90% di possibilità fino all’età di 64 anni se maschio e fino a 70 anni se femmina. 

In che modo l’invecchiamento demografico si ripercuote sugli aspetti familiari e relazionali?

La maggior speranza di vita si traduce in un prolungamento del rapporto tra nonni e nipoti.

Un altro effetto dell’invecchiamento della società è che spesso due generazioni della stessa famiglia si trovano in pensione contemporaneamente, in alcuni casi gli obblighi di assistenza nei confronti dei genitori determinano delle scelte di pensionamento anticipato.

Considerando l’età relativamente avanzata delle donne alla nascita del primo figlio, le future generazioni si troveranno sempre più ad affrontare i problemi correlati all’esistenza dei genitori anziani nel mezzo della loro vita professionale.

 

Le persone sopra i 55 anni sono il gruppo di età che cresce più rapidamente nel mercato del lavoro: tra il 2010 e il 2016 è aumentato del 35%.

 

Le persone vivono più a lungo e si mantengono in forma, ma ci sono casi di non autosufficienza fisica.

Un effetti collaterale positivo al mutamento demografico è che le persone non solo vivono più a lungo, ma rimangono anche più a lungo in salute e attive. Questo significa che il numero degli anziani sani aumenta più rapidamente rispetto al numero di quanti soffrono di malattie, soprattutto neurodegenerative dovute all’età.

Uno studio a livello europeo condotto nel 2016 ha stabilito che lo stato di salute degli over 65 che vivono in autonomia è per il 71% buono e vive senza essere limitato nell’attività della vita quotidiana.

Nonostante ciò attualmente il nesso tra aumento dei costi sanitari e cambiamento demografico è piuttosto sottovalutato. Nei prossimi 30 anni sarà pressoché inevitabile un incremento dei costi sanitari dovuti all’invecchiamento demografico.

Una buona metà degli anziani bisognosi di cure intensive è assistita in strutture fisse mentre l’altra metà riceve un mix di aiuti domestici e cure professionali. L’assistenza a domicilio tende ad aumentare in futuro considerando che la telemedicina affiancherà sempre più le visite mediche soprattutto per pazienti con patologie croniche e l’assistenza sanitaria tenderà a tecnicizzarsi con ausili per i parenti o per il personale di assistenza.

 

Considerata la maggiore speranza di vita dopo il pensionamento servono soluzioni di previdenza migliori: cosa fanno oggi le persone tra i 24 e 64 anni per il loro futuro?

L’età media della popolazione continua a crescere e la previdenza diventa sempre più importante, perché in futuro si vivrà di previdenza più a lungo e i risparmi devono bastare.

Ciò significa che nella vita attiva si deve iniziare presto a pensare alla previdenza. In linea di principio a partire dai 25 anni bisognerebbe prendere in considerazione l’adesione ad una forma pensionistica complementare e valutare se e quali contributi si possono e si vogliono versare.

Al più tardi a 50 anni si dovrebbe sapere esattamente quali contributi sono già stati versati e se servono adeguamenti per potersi permettere il tenore di vita desiderato dopo la pensione.

Versando il più possibile contributi alla previdenza complementare, oltre a garantirsi entrante consistenti in vecchiaia, si ottiene il massimo vantaggio fiscale sulle imposte perché i versamenti sono deducibili fino al limite di €.5.164,57.

Una  pianificazione previdenziale ben fatta è importante. Molte persone sottovalutano l’effettivo bisogno finanziario in vecchiaia e il numero di anni per i quali i loro risparmi dovranno garantire il mantenimento del consueto tenore di vita.

Con l’avvicinarsi della pensione si profila la decisione di farsi corrispondere parte del montante contributivo sotto forma di capitale e parte sotto forma di rendita. La tassazione applicata varierà tra il 15% e il 9% in base agli anni di adesione al piano pensionistico integrativo.

Molto spesso di rinvia l’adesione alla previdenza complementare perché la nostra cultura ci ha abituato a pensare alla pensione solo al momento in cui si sta per maturare il diritto alla pensione di vecchiaia.

Il cambiamento demografico e la necessità di mantenere inalterato il tenore di vita nei tanti anni che durerà la pensione, considerando i consumi e le eventuali cure e assistenza, fanno nascere l’esigenza di una pianificazione previdenziale consapevole: quanto prima si aderisce alla previdenza complementare . tanto minore è il sacrificio per costruire un consistente montante contributivo e tanto maggiori sono i vantaggi fiscali che si realizzano nel tempo.

 

Nel quadro di una redditizia “Silver Economy” emergono nuovi mercati di crescita e di opportunità con buone prospettive di valore : Supertrend “Silver Economy”

Nonostante la quota dei senior in buona salute sia in continuo aumento, cresce il numero degli anziani malati. La sanità è una delle principali aree interessate dal cambiamento demografico. In futuro serviranno applicazioni mediche più moderne, ad esempio nel settore della biotecnologia.

Altrettando interessante è l’analisi del mercato immobiliare laddove sorgessero nuove forme abitative per anziani, in parte assistite digitalmente, destinate alla progressiva sostituzione della tradizionale casa di riposo.

Oltre alla sanità e al mercato immobiliare, nel Supertrend “Silver Economy” si annovera la previdenza e il settore dei beni di consumo e lifestyle.

In futuro sempre meno lavoratori dovranno garantire le pensioni di un numero crescente di anziani, fenomeno espresso efficacemente dall’indice di dipendenza degli anziani.

Infine i senior hanno più tempo libero per i consumi. Gli attuali settantenni amano viaggiare e praticare hobby, anche costosi. Dalle crociere alle nuove biciclette elettriche, fino ai camper: gli anziani sono pieni di vita, hanno tempo e propensione per i consumi.