Manuale dell'investitore consapevole

Affidarsi ad un consulente capace e preparato è fondamentale per operare sui mercati finanziari. Ma potrebbe non bastare. Per quanto esperta sia la guida, non si può scalare una montagna se non si è ben allenati e non si dispone di un’adeguata attrezzatura.

DEFINISCI OBIETTIVI CHIARI

Chiunque decida di effettuare un investimento dovrebbe innanzitutto capire per quale motivo lo sta facendo. Per generare un reddito costante, così da integrare la pensione? Per aumentare il capitale iniziale? Per salvaguardarne il valore attuale?

 

Gli obiettivi di investimento sono generalmente di tre tipologie:

-         Protezione, per chi vuole tutelare il valore iniziale del proprio capitale e dunque presenta una tolleranza al rischio medio-bassa

-         Reddito, per chi desidera ottenere flussi regolari a fronte di un livello di rischio medio-alto

-         Crescita, per chi intende incrementare il valore iniziale del proprio capitale ed è disposto a sopportare un livello di rischio elevato.

Individuare il bersaglio verso cui puntare è solo il punto di partenza. Tenere conto degli obiettivi non basta. E’ necessario anche fissare l’orizzonte temporale in sui si è disposti a immobilizzare il proprio capitale e, non da ultimo, capire quale è la propria propensione al rischio. Queste variabili, strettamente interrelate, contribuiscono a completare il cosiddetto “profilo di investimento” di ciascuno di noi.

Definirlo non è semplice: non è sufficiente guardarsi allo specchio ed abbozzare un autoritratto. E’ fondamentale che ci guidi la mano di un esperto. Soprattutto se consideriamo che in ciascuna fase della propria vita le esigenze possono mutare e il nostro profilo d’investimento dovrà adattarsi di conseguenza. Il supporto di un consulente di fiducia può aiutarci di volta in volta ad aggiustare la mira.

Una volta definito il profilo di investimento, la vera sfida sta nel restargli fedeli nonostante le repentine variazioni dei mercati possano indurci nella tentazione di rivedere le nostre scelte. Perché non deve essere il mercato a guidare la strategia, né tantomeno la nostra emotività, ma solo la lucida e razionale analisi delle nostre esigenze.

RISCHIO E RENDIMENTO, DUE VERSANTI DELLA STESSA MONTAGNA

Che cosa intendiamo quando parliamo di “rischio”? Si potrebbe definire come la probabilità che il valore reale di un investimento risulti differente dalle aspettative. Generalmente gli investimenti più redditizi, come ad esempio quelli sul mercato azionario, sono anche i più rischiosi. Il maggior rendimento, infatti dovrebbe compensare (e quindi premiare) il maggior rischio sostenuto. Ecco perché, per scegliere fra i diversi strumenti finanziari a disposizione, è innanzitutto necessario capire quanto si è disposti a rischiare.

Attenzione: bisogna aver chiaro che non esistono investimenti completamente privi di rischio. Perché questo è il prezzo da pagare se si vuole vedere crescere il valore del proprio capitale, e questo vale anche per i mercati o le asset class apparentemente più conservative.

Se è vero che non c’è rendimento senza rischio è anche vero che ogni investitore è disposto ad accettarlo in maniera differente. La propensione al rischio non è determinata solo da esigenze di tipo finanziario (ad esempio l’entità del capitale che si è disposti ad immobilizzare nel lungo periodo versus la necessità di liquidità a breve termine) ma anche da una predisposizione di tipo psicologico e caratteriale.

Non tutti infatti sanno mantenere i nervi saldi di fronte al saliscendi quotidiano dei mercati e al conseguente impatto di breve periodo sul valore del proprio capitale. Non da ultimo, bisogna tenere presente che l’età è una componente fondamentale del profilo di rischio e quindi delle scelte d’investimento: un giovane neolaureato avrà molto probabilmente un livello di tolleranza maggiore rispetto ad una persona di 55 anni sposata che deve pagare l’università ai propri figli ed accumulare risparmi in vista della pensione.

La domanda da porsi quindi non è come evitare il rischio bensì some riuscire a gestirlo, individuando il giusto equilibrio che ci soddisfi in termini di rendimento atteso, ma che ci consenta anche di dormire sonni tranquilli